Se sei un libero professionista con partita IVA e ti sei svegliato una mattina guardando il tuo estratto conto con quella sensazione di vuoto allo stomaco, sappi che non sei solo. E soprattutto, sappi che esiste un aiuto concreto che probabilmente nessuno ti ha mai raccontato: si chiama ISCRO, acronimo di Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa. Tradotto in parole semplici? Un salvagente economico quando le acque si fanno agitate per i lavoratori autonomi che attraversano periodi di difficoltà economica.
Facciamo un passo indietro. Sei un lavoratore autonomo iscritto alla gestione separata INPS, quella famigerata categoria che raccoglie professionisti, collaboratori e titolari di partita IVA senza cassa previdenziale specifica. La tua vita lavorativa è un continuo saliscendi: un anno va benissimo, l’anno dopo magari perdi un cliente importante o il mercato rallenta. Ed ecco che ti ritrovi con un buco nei guadagni che sembra un cratere lunare.
ISCRO: requisiti reddituali per accedere all’indennità
Proprio per questi momenti esiste l’ISCRO. Ma attenzione: non è un bonus a pioggia per chiunque. I requisiti sono specifici e vanno rispettati alla lettera. Innanzitutto, il tuo reddito dell’ultimo anno deve essere sceso sotto il settanta percento della media dei due anni precedenti. In pratica, se negli ultimi due anni guadagnavi mediamente ventimila euro all’anno e nell’ultimo anno sei sceso sotto quattordicimila euro, potenzialmente rientri nei parametri.
Ma c’è un altro paletto fondamentale: nell’ultimo anno devi aver guadagnato meno di dodicimila euro. Questo limite è tassativo e serve proprio a identificare chi si trova in una situazione di reale difficoltà economica. Non stiamo parlando quindi di un aiuto per chi ha avuto semplicemente un anno meno brillante, ma di un sostegno vero per chi sta attraversando un periodo davvero complicato. Inoltre serve aver mantenuto la partita IVA attiva per almeno tre anni. Tradotto: i novellini del lavoro autonomo restano fuori. Devi dimostrare una certa continuità professionale e, ovviamente, essere in regola con i contributi previdenziali.
Importo ISCRO e durata del sostegno economico
Veniamo al dunque: parliamo di soldi veri. L’ISCRO non è una cifra fissa uguale per tutti, ma viene calcolata sulla base dei tuoi redditi passati. L’importo mensile oscilla tra un minimo di duecentocinquanta euro e un massimo di ottocento euro. La durata? Sei mesi consecutivi. Non è l’eldorado, certo, ma può fare la differenza tra pagare l’affitto o meno, tra mantenere attiva la partita IVA o chiudere baracca.
Un dettaglio importante che in pochi conoscono: l’importo si adegua annualmente all’inflazione. Significa che il potere d’acquisto dell’indennità viene preservato nel tempo, un meccanismo di tutela non scontato quando si parla di sostegni economici. Seicento euro al mese per sei mesi non cambieranno la tua vita, ma possono darti quel respiro necessario per riorganizzarti, cercare nuovi clienti, magari reinventare il tuo business senza l’ansia quotidiana di come pagare le bollette.
Chi non può richiedere l’indennità ISCRO: esclusioni e incompatibilità
Come ogni misura di welfare, anche l’ISCRO ha le sue esclusioni. Non puoi richiederla se stai già percependo una pensione di qualsiasi tipo, se ricevi l’indennità di disoccupazione come la NASPI o DIS-COLL, se benefici dell’assegno di inclusione o se sei iscritto contemporaneamente ad altri enti previdenziali. Il principio è chiaro: niente cumuli, niente doppie protezioni. Se hai debiti con l’INPS, sistemali prima di fare domanda perché la regolarità contributiva è fondamentale.
Formazione obbligatoria per chi riceve l’ISCRO
Ecco un aspetto che spesso viene trascurato ma che è cruciale: chi riceve l’ISCRO non può semplicemente intascare i soldi e aspettare che passino sei mesi. Viene richiesto di partecipare a percorsi di aggiornamento professionale. L’idea di fondo è intelligente: mentre ricevi un sostegno economico, investi su te stesso per tornare competitivo sul mercato. È un patto tra te e lo Stato: io ti aiuto economicamente, tu ti impegni a riqualificarti professionalmente.
Come richiedere l’ISCRO e tutele per partite IVA
L’ISCRO rappresenta un cambio di paradigma importante. Per decenni i lavoratori autonomi sono stati considerati una sorta di terra di mezzo previdenziale: non abbastanza dipendenti per godere delle tutele del lavoro subordinato, troppo imprenditori di se stessi per meritare attenzioni particolari. Questa indennità per partite IVA riconosce finalmente che anche chi lavora in proprio può trovarsi in difficoltà e merita una rete di protezione.
Se rientri nei requisiti, informati presso gli sportelli INPS o attraverso il portale online dell’istituto previdenziale. Non lasciare che l’ignoranza su questa opportunità ti privi di un sostegno al quale hai diritto. Nei momenti incerti, ogni appiglio conta. È un ponte, non una destinazione, ma a volte è proprio di un ponte che abbiamo bisogno per attraversare il fiume e riprendere la nostra attività professionale con maggiore serenità.
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